We are Giuseppe and Raffaella, oh well this is known ...
We have been married for too many years, 2 children and boh, our Bovaro.
But let's take a step back.
LIGHTING: WHEN THE BULB TURNS ON
As a good boyfriend, 15 years ago Giuseppe decided to give Raffaella a romantic 3-day SPA weekend tour in the Langhe.
In Barbaresco there is a knock on a small door in the center of the town that reads CANTINA. A gentleman with gray and disheveled hair, open plaid shirt, short shorts (mid-October), barefoot, with hands and feet dirty with earth, opens the door, who informs us in an un-diplomatic way that we have not booked, he is working and has no time to waste. Faced with our disappointment, he decides to take us to the vineyard with him as long as we give him a hand to sample the grapes, which was almost time to harvest.
In the vineyard the Piedmontese all of a piece has changed expression. Look at the grapes and tell us the story of every single plant, from the oldest ones to those that have fallen ill over the years and had to replace. Have you ever seen "The Man Who Whisperers in the Vineyards"? No? Neither do we. But if they invented this film, he would be the protagonist. Difficult vintages, high humidity, hail 1 month before the harvest. The trials, the successes, the falls. The reviews of critics who dismantle a difficult wine and the following year it is the best wine ever.
We went to the cellar and felt the wines.
experience an emotion or sensation.
Light off. All dark. 3 burning candles. The damp smell of the cellar. Close your eyes (it was dark but okay ..). One drop of Barbaresco, two, the sip in the mouth. Do you feel it? Listen to it.
Non so quanto tempo sia durata questa degustazione, quando abbiamo riacceso le luci sembrava di essere rientrati da un'altra dimensione. Se non lo provi non puoi capire le emozioni che un vino può dare, se lo ascolti veramente. Nella top ten dei giorni più belli della nostra vita, questo giorno c'è.
E DOPO?
Succede che, fortuna fortunella, il papà di Giuseppe, ha un'azienda agricola di famiglia che produce cereali e decide di andare in pensione.
"Piantiamo le vigne?" - "Sei matto? Per fare Lambrusco? Un conto è berlo un conto è farlo il vino". Diciamo che non ha avuto vita facile all' inizio Giuseppe. Ma non demorde.
Fa analizzare i terreni e comincia a studiare. Le analisi vanno bene, i terreni sono misti, limo, argilla e sabbia, si può piantare la vite. Si parte! Un filare alla volta e ci siamo quasi.
"Facciamo BIO" - "BIO qui??? con un tasso di umidità che anche le zanzare in agosto urlano pietà?" Il BIO è difficile nelle nostre terre. Un errore di valutazione e rischi di compromettere il raccolto.
OGGI
La cosa bella è che Giuseppe si era messo in testa di fare un Lambrusco diverso, oltre al biologico come ama dire lui, non per disciplinare ma per coscienza, e non ha ascoltato nessuno di quelli che gli dicevano di non buttarsi in quest'avventura.
Gli stessi che gli hanno detto di continuare a vinificare in un'altra cantina quando lui ha deciso di fare il salto e di farsi la sua.
Perchè il vignaiolo è quello che si sporca le mani, che parta dalla terra, dalla prima barbatella, che aspetta anni prima di raccogliere e vinificare perchè ti innamori di un'idea, di un vino, non di un prodotto da vendere. Il vignaiolo è quello che 2 settimane prima delle vendemmia gira come un matto per controllare che l'uva sia perfetta, e toglie le foglie a mano a seconda del vento perchè l'uva si asciughi ma al tempo stesso non si scotti, che cerca la sfumatura, che prova nuove tecniche, nuovi esperimenti, e lo fa in casa sua, coltivando e prendendosi cura , insieme ai rischi del mestiere, del vino che porterà sulle vostre tavole. Che tutti i giorni controlla i mosti che fermentino nel modo giusto e se sente una puzzetta corre a travasare. Che verifica che i profumi del suo vino, siano quelli della sua vigna.